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Non hanno ancora un album in comune ma presentano in forma inedita i loro ultimi due album, l’accoppiata è assolutamente inedita, prima nazionale la data di Catania.

In Loopholes, Andrea si è allontanata dalla sua comfort zone, e ha scelto di avventurarsi in suoni e colori che sono sempre stati nelle sue preferenze musicali, come il funk, il jazz elettrico e il neo-soul. Andrea lo spiega, oltre a cercare di creare un suono caratteristico che darebbe all’album suo filo conduttore, si è nutrita delle sue molteplici e diverse ispirazioni: dai loop di Robert Glasper o dal sound californiano di Jack Johnson, a Fats Waller e la sua “Honeysuckle Rose” (che lei cita come un’influenza —non così ovvia— su la sua composizione “Babies”), il folklore blues o addirittura latinoamericano, incarnato nella sua personale versione della cumbia “El Pescador”, di José Barros (popolare nelle versioni di Totó la Momposina e Los Folkloristas).

Letter to Milos è uscito in Spagna l’11 marzo, è stato presentato in anteprima l’8 marzo ai Teatros del Canal di Madrid al. . Letter to Milos, ancora, raccoglie il trio originale con cui Marco ha registrato Ravel’s dreams (2017) e Talismán (2019): Aleix Tobias alle percussioni e Martín Meléndez al violoncello. L’album approfondisce lo spirito giocoso e colorato che ha guidato questo trio, sin dall’inizio. L’opera contiene brani in cui i musicisti tornano alle loro evocazioni della musica tradizionale iberica, al loro gusto per il sincretismo musicale (in questo caso, legando il son cubano alla samba brasiliana) o ai loro consueti cenni al romanticismo ma, inoltre, rendono omaggio al free jazz, blues, musica circense e groove.

Formazione

Andrea Motis – voce e tromba
Marco Mezquida – pianoforte

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