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Rita Marcotulli e François Truffaut: la poetica dell’innocenza, dell’infanzia, della solitudine e della malinconia. La filmografia di François Truffaut mostra in filigrana una genialità che fa perno sulla fragilità dei personaggi, sul loro infinito desiderio di amore e libertà.

Un’indulgenza che non degenera mai nel patetico, nell’ovvio, al contrario, prende forma nella ricerca spasmodica verso l’immaginifico, un limbo tra sguardi, silenzi, parole, ed emozioni. Emozioni, vale a dire le sensazioni che gravitano nell’ambito della soggettività, infuse in immagini reali, il mondo oggettivo.

A tutto questo si ispira Rita Marcotulli la quale così descrive il suo incontro con il cinema del regista francese: “Non conoscevo bene i lavori di François Truffaut e quando un mio amico mi ha fatto vedere Ragazzo selvaggio sono rimasta folgorata, e di lì ne sono seguiti altri come Fahreneit 451 e Baci rubati. Tra l’altro proprio da questo ultimo film è tratta Que reste-t-il de nos amours che avevo già registrato. Ciò che ho fatto in “The Woman Next Door” (Label Bleu) è stato cercare di riportare in musica le emozioni che avevo provato nel vedere i film di Truffaut, più che provare a ricrearne l’atmosfera.

C’è un forte desiderio di ritrovare le atmosfere care a Truffaut, con il lascito del regista, un tipo che, avendo fatto storia a sé, ha avuto una libera relazione con la filosofia del cinema e del sonoro, tuttavia.

C’è un comune sentire – diviso tra Truffaut e Rita – di evocare attraverso i messi a loro più consoni l’ambiguità dell’amore, la nostalgia per l’infanzia e il desiderio di fuga. Tutto questo si rivela in Rita un motore per la sua poetica lirica, romantica, divisa equamente nel momento compositivo e nelle improvvisazioni.

“Per realizzare il progetto ho utilizzato sporadicamente le magnifiche colonne sonore composte per i film di Truffaut dai vari George Delerue, Maurice Jaubert, Antoine Duhanel e Bernard Hermann. Il tentativo è stato semmai quello di raccontare in musica quelle stesse storie: da Fahrenheit 451 a L’enfant sauvage, da Jules et Jim a La nuit américaine, dalla saga di Antoine Doinel a (per quanto sorprendente possa parere) Tirez sur le pianiste”.

The woman next door è proposto sia in formazione originale, l’ottetto, sia in versione adattata a quartetto e a volte in duo, nel quale Rita Marcotulli si avvale del talento, della versatilità e dell’energia di Javier Girotto, con il quale da sempre vive una profonda sintonia artistica e umana.

Bio Rita Marcotulli

Nasce a Roma nel 1959. Fin dalla più tenera età viene avviata allo studio del pianoforte presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Dopo una curiosità iniziale per i ritmi sudamericani, in particolare per la musica brasiliana, verso i 20 anni comincia ad avvicinarsi al mondo del jazz….ed è subito successo.

La sua carriera è travolgente, e dall’inizio degli anni ’80 Rita Marcotulli ha la fortuna di poter collaborare con il “gotha” del jazz europeo: John Christensen, Palle Danielsson, Peter Erskine, Steve Grossman, Joe Henderson, Hélène La Barriere, Joe Lovano, Charlie Mariano, Tony Oxley, Michel Portal, Enrico Rava, Michel Bénita, Aldo Romano, Kenny Wheeler, Pat Metheny.

Già nell’87, un referendum indetto dalla rivista “Musica Jazz” la classifica come miglior nuovo talento musicale dell’ anno. Dal 1988 al 1990 fa parte della band di Billy Cobham.

Nel 1988 lascia l’ Italia per la Svezia, dove resterà fino al 1992, assimilando la passione per la ricerca e la sperimentazione. Tra il 1994 ed il 1996, collabora con Pino Daniele, Roberto Gatto, Ambrogio Sparagna, Bob Moses, Charlie Mariano, Marylin Mazur.

Da 14 anni accompagna Dewey Redman in tutti i suoi concerti.

L’intimità della sua musica, la sua grande profondità, i suoi arrangiamenti delicati, che sanno sottolineare la singola nota ed amplificarne la carica emotiva, le permettono di spaziare e di cercare interconnessioni con le altre forme artistiche, specialmente con il cinema, per il quale ha elaborato diverse composizioni, subendo l’influenza di grandi musicisti come Thelonious Monk, Elis Regina, Bill Evans, John Coltrane.

Oltre che dalle influenze sonore, le composizioni di Rita Marcotulli nascono dall’incontro con altre esperienze artistiche, letterarie, visive, e, naturalmente, cinematografiche.

A giugno 2008 è uscito il CD “Omaggio ai Pink Floyd”, nella collezione “jazzitaliano live 2008” per La Musica di Repubblica-L’Espresso.

Formazione:

Rita Marcotulli: piano/keyboards 
Javier Girotto: 
sax, clarinetto, flauti 
Alfredo Golino: 
batteria

Michel Benita: contrabbasso
Aurora Barbatelli: 
arpa celtica 
Luciano Biondini: 
fisarmonica
Maria Teresa De Vito: 
regia 

Sito ufficiale:

www.ejn.it/mus/truffaut.htm

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