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Marcus Tardelli, rivoluzionario chitarrista classico, ha abbandonato il Quarteto Maogani seguendo la vocazione della carriera solistica.
Autodidatta, il suo talento é stato conferito in Unha e Carne, primo disco dell’artista, per l’etichetta Biscoito Fino, come il migliore interprete dell’opera del compositore carioca Guinga.

Nel 2001, s’incontrano per la prima volta, instaurando un’amicizia ancor di più rafforzata dalla complicità musicale: Per me è come un figlio, e nello stesso tempo padre della mia musica. Tardelli é il più grande chitarrista classico mai prodotto nella storia della musica brasiliana. Tecnicamente perfetto. Non esistono barriere e ostacoli che non possano essere superati, quando lui cerca la più profonda interpretazione..”, dice Guinga.

“Unha e carne” ha preso vita da una conversazione spontanea dei due. Data la reciproca confidenza, Tardelli, si prepara a spiccar “un volo solitario” concentrato profondamente sulla composizione di Guinga che afferma anche: “ha registrato ed eseguito straordinariamente le musiche della mia opera, un progetto della mia vita che tenevo solo per me.. dopo aver ascoltato la sua esecuzione preferisco rimanere il compositore di sempre e lasciarlo navigare per mari inesplorati prima.

“Le musiche di Guinga transitano fra innumerevoli scenari musicali del Brasile. E i miei riferimenti sono completamente vari.. ”, esplica Tardelli, “Mi sono formato ascoltando serenate, samba, choro (pianto), baião, bossa nova, jazz e musica erudita. Tutto é melodia ed armonia, per me sono sentieri diversi di crescita e di studio”.

Il disco inizia con un’interpretazione di “Baião de Lacan” dalla ritmica incalzante e veloce. Il lato più profondo del compositore invece può esser conferito negli arrangiamenti dei waltzer “Igreja da Penha”, “Cine Baronesa” e “Constance”. “Capital” (1ª musica inedita dell’album), “Dichavado” e “Cheio de dedos” che sono pianti dell’anima urbana, con un arrangiamento swing, evidenziano Guinga nella sua più alta espressione e tradizione carioca, così come é in “Mingus Samba”.

Durante le registrazioni, Guinga, estasiato per l’intensa interpretazione della sua opera, decide definitivamente di dedicare la composizione a Tardelli. “La musica consacra il nostro incontro… É un semplice omaggio a lui”.

Completa il disco un medley di Baiões, che esprime precisamente la vita nella parte povera del Nordest; una piccola “suíte” con tre pianti, intitolata Expressões de Choro, includendo altre due musiche inedite (“Choro-Canção” e “Choro-Tango”) e con “Choro-Réquiem” (quest’ultima composta in memoria della madre di Aldir Blanc); infine due improvvisazioni, “Vô Alfredo” e “Henriquieto”.

Tardelli mostra i nuovi sentieri della chitarra, portando innovazioni tecniche. In continua ricerca dell’armonia perfetta, della sonorità orchestrale: “Come chitarrista guadagna una dimensione completamente nuova”, esplica il compositore.

Nello stesso tempo, i suoi arrangiamenti rispettano l’essenza musicale di Guinga. L’album privilegia le varie facce di un compositore che sente, come pochi, la sofisticata presenza delle manifestazioni del popolo brasiliano. E Marcus Tardelli sa comprendere tutto ciò, tanto che arrangia e interpreta, con autorevolezza e proprietà, i meandri di una musica classica per eccellenza.

Rispetto, comprensione reciproca e complicità artistica sono le nobili fondamenta del disco di Tardelli.

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